Fabriano- Il potere curativo delle erbe era già noto fin dalla preistoria. Sono stati poi i monaci ad approfondire lo studio di erbe e piante e a diffonderne l’uso a fini terapeutici.
Il territorio del comprensorio fabrianese offre una notevole varietà di ambienti naturali, che costituiscono biotipi importanti, riconosciuti anche a livello comunitario.
Purtroppo molte delle specie officinali spontanee, che fino a pochi decenni fa erano di facile reperimento nei campi e nei boschi e che venivano comunemente utilizzate per aromatizzare le vivande, preparare infusi e tisane, nonché per la cura e il benessere del corpo, sono oggi a rischio di estinzione a causa delle mutate condizioni ambientali e di un’agricoltura intensiva che tende ad eliminare dalle coltivazioni le piante cosiddette “infestanti”.
Il progetto “I rimedi dello speziale”, avviato da ASPEA, in collaborazione con Università di Camerino, Università Politecnica delle Marche, Farmacia Giuseppucci di Fabriano e Confederazione Italiana Agricoltori (in rappresentanza delle imprese agricole partecipanti), intende recuperare questi valori culturali ed ambientali, attraverso lo studio e la valorizzazione economica di alcune specie di piante officinali, ritenute rappresentative del territorio, sia dal punto di vista agronomico, che a livello di applicazioni farmaceutiche e cosmetiche.
Obiettivo dell’iniziativa è quello di coniugare tradizione e modernità, prestando nel contempo attenzione all’aspetto paesaggistico, con relativa promozione di un turismo naturalistico, ed alle potenzialità del fare “sistema”.
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