Disciplina Botanica Redazione di Loris Paglia

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sabato 20 luglio 2013

Ciliegio


Il ciliegio è una pianta che proviene dal continente asiatico e che presenta un'ottima diffusione anche nel continente europeo fin dai tempi antichi.
Il ciliegio si può differenzia in due specie con caratteristiche diverse tra loro: la prima è il ciliegio a frutto dolce e la seconda è rappresentata dal ciliegio a frutto acido.
Il ciliegio dolce, inoltre, si può dividere anche in altre due categorie: la prima è rappresentata dalle duracine, mentre la seconda è costituita dalle tenerine.
Le duracine si caratterizza per ricevere anche l'appellativo di duroni e si tratta di piante che possono contare su un importante sviluppo, dal momento che sono in grado di arrivare anche fino ad un'altezza pari a 20 metri, mentre le tenerine si caratterizzano per essere delle piante che presentano uno sviluppo inferiore ed una crescita molto più lenta.
Sia le tenerine che i duroni si caratterizzano per avere delle foglie dalle elevate dimensioni e dalla forma ovale, mentre i fiori hanno tradizionalmente una colorazione bianca. All'interno della categoria delle duracine, i frutti presentano una polpa dura e croccante, che è caratterizzato dal fatto di poter assumere differenti colorazioni in base alla varietà considerata, ovvero bianca, nera o rossa.



Le tenerine, invece, si distinguono più che altro per avere una polpa decisamente molle e particolarmente succosa, che nella maggior parte dei casi presenta una colorazione rossa o nera.


Il ciliegio acido si differenzia anche per altre caratteristiche, fino a formare altre tre categorie: si tratta delle amarene, delle visciole e delle marasche.


Le amarene si caratterizzano per essere delle piante che presentano uno sviluppo davvero molto limitato, con dei rami pendenti e delle foglie che si caratterizzano per avere dimensioni prettamente contenute, mentre i frutti sono caratterizzati dal fatto di avere una colorazione rosso intensa, con la polpa e il succo che invece presentano una colorazione rosso chiara. Le amarene vengono utilizzate spesso nell'industria dolciaria, in particolar modo per la produzione di succhi e di sciroppi, ma non solo, visto che spesso vengono realizzati anche ottimi gelati.


 Le visciole, al contrario, possono contare su dei rami piuttosto dritti, mentre le foglie si caratterizzano per avere delle elevate dimensioni, con i frutti che assumono una colorazione rosso brillante e allo stesso modo avviene per la polpa e per il succo. I frutti delle visciole si caratterizzano per avere un sapore dolciastro: ecco spiegato il motivo per cui tale categoria di ciliegio viene sfruttata sopratutto per il consumo fresco e per la produzione di marmellate.
Infine, parlando delle marasche, possiamo sottolineare come si tratta di piante che si caratterizzano per avere delle dimensioni piuttosto ridotte, come avviene anche per le foglie e per i frutti, che vengono impiegati spesso dall'industria per produrre dei liquori.



Varietà e portainnesti



Per quanto riguarda le cultivar di ciliegio che si possono trovare in natura, ce ne sono diverse; tra le altre, ecco quelle maggiormente diffuse: Early Lory, Giorgia, Adriana, Van, Ferrovia, tipica meridionale, Lapins, precoce Sweet Heart, tardiva del centro-nord.
Inoltre, non dobbiamo dimenticare come ci siano in natura anche un gran numero di varietà che sono dedicate esclusivamente alla raccolta meccanica, come ad esempio la Katilin.
I portinnesti, invece, sono cinque: si parte dal Franco di ciliegio dolce, che è particolarmente sensibile al calcare, così come soffre la siccità e la stanchezza del terreno; Colt, ovvero un ibrido che si caratterizza per avere una resistenza decisamente superiore al calcare ed alla stanchezza del terreno; Magaleppo, ricavato dal Prunus mahaleb, che è particolarmente adeguato per tutti quei luoghi caratterizzati da un clima tipicamente caldo.
Il portainnesti che viene utilizzato con maggiore frequenza da parte dei vivaisti è sicuramente rappresentato dal franco, che è in grado di garantire un ottimo sviluppo alla pianta e comincia la produzione in seguito a circa 6-8 anni.


Il franco è un portainnesto che si caratterizza per prediligere tutti quei terreni particolarmente sciolti, estremamente profondi e drenanti.
Un altro ottimo portainnesto che viene spesso utilizzato per la pianta di ciliegio è rappresentato dal malebbo, che è in grado di garantire un discreto sviluppo della pianta ed è in grado di adeguarsi molto bene a quei terreni particolarmente poveri, secchi ed estremamente sassosi, che si possono trovare piuttosto facilmente in collina. Il malebbo è in grado di rendere la pianta molto meno longeva, ma permette di anticiparne la messa a frutto e, sopratutto, ne esalta le qualità sotto il profilo organolettico.

Impollazione e concimazione


Un gran numero di varietà della pianta di ciliegio dolce si caratterizzano per essere autoincompatibili: in poche parole, nella maggior parte dei casi, si ha la necessità di piantare circa due o tre piante vicine che hanno una varietà diversa.


Nel momento in cui non si abbia a disposizione lo spazio tale per un elevato numero di piante, allora per permettere una migliore e più efficace impollinazione, tutto ciò che si può fare è certamente collocare esattamente nei pressi dell'albero, nel momento in cui avviene la fioritura, un ramo tagliato, con la sola condizione che anch'esso sia già giunto a fioritura, ma che allo stesso tempo abbia una varietà diversa rispetto a quella piantata.
Per quanto riguarda la concimazione, non dobbiamo dimenticare come il ciliegio si comporta come tante altre piante: in poche parole, anche per questo albero da frutto il suggerimento è quello di sfruttare dei concimi organici, come ad esempio il letame oppure lo stallatico. In queste occasioni, per poter ottenere delle importanti ed abbondanti produzione di ciliegie, il consiglio è quello di provare a concimare con delle elevatissime dosi di azoto (importante fare attenzione ad evitare di svolgere tale operazione nel momento in cui si verificano i cosiddetti periodi di siccità) e con dosi che devono sempre essere leggermente più basse per quanto riguarda il fosforo e il potassio.

Tecniche colturali



L'impianto migliore per la coltivazione del ciliegio è inerbito gestito sull'interfila; in tutti questi casi, è importate evidenziare come l'irrigazione non è praticamente presenta, ma tutto ciò che bisogna fare è accertarsi che ci sia il drenaggio sufficiente per eliminare i vari ristagni d'acqua che si possono formare.
La concimazione si caratterizza per essere effettuata in relazione a delle particolari considerazioni che si riferiscono all'ambiente, ma si deve tenere in grande considerazione anche la frequenza di malattie e tanti altri dettagli, facendo sempre attenzione all'eccesso di azoto, a cui si deve aggiungere leggere quantità di fosforo.


E' importane ricordare come la pianta di ciliegio ha la necessità di ricevere almeno alcune ore al giorno in cui sia completamente esposta ai raggi del sole. Le annaffiature devono avvenire con una certa regolarità, con una frequenza di circa 2-3 giorni, dopo aver bagnato completamente il terreno, ma aspettando che il substrato sia perfettamente asciutto, prima di procedere con una nuova annaffiatura. E' fondamentale anche evitare che si formino dei pericolosi ristagni d'acqua nel sottovaso, che possono andare a danneggiare notevolmente la pianta di ciliegio. Per quanto riguarda l'operazione di concimazione, è importante ancora ricordare come sia meglio impiegare del concime a lenta cessione: per questa ragione, il consiglio è quello di intervenire ogni 3-4 mesi. C'è la possibilità di sfruttare un concime universale, ma il suggerimento è quello di trovare un concime specifico per le piante da frutto.

La fertirrigazione sta attraverso un periodo di grande successo negli ultimi tempi.
Le forme di allevamento sono diverse in relazione alla tipologia di raccolta che viene eseguita, mentre la potatura si caratterizza per permettere un contenimento dello sviluppo vegetativo, in particolar modo con la potatura verde, che consente di rinnovare quei rami che hanno già prodotto fiori e frutti.


Malattie e avversità



Tra i principali pericoli che possono attaccare la pianta di ciliegio, troviamo senza ombra di dubbio la presenza nefasta di cocciniglie e degli afidi. In modo particolare, però, i parassiti che la pianta di ciliegio teme maggiormente sono rappresentati dalle cosiddette mosche delle ciliegie, che si caratterizzano proprio per andare a deporre le uova all'interno dei frutti: ecco spiegato il motivo per cui le larve andranno a consumare la polpa succosa nel momento in cui le uova si schiudono.


Tra gli patogeni, che si caratterizzano sempre per avere una provenienza fungina, troviamo, ad esempio, il corineo, che è in grado di produrre sulle foglie della pianta di ciliegio delle macchie e riesce a necrotizzare i tessuti, provocando un gran numero di piccoli buchi. Tra gli altri patogeni che possono provocare danni alla foglia, troviamo senza ombra di dubbio la ruggine, che va a colpire la pagina inferiore della foglia, provocando dei forti arrossamenti, con la conseguenza che in breve tempo, la foglia attaccata, cadrà. Infine, dobbiamo sottolineare anche la presenza della ticchiolatura, che è in grado di sicuramente di apportare un gran numero di danni alle foglie, ai fiori ed ai frutti.


Una delle più importanti avversità è rappresentata dalla pioggia, anche se, come tutte le altre Drupacee, uno dei pericoli principali arriva sempre dalla Sharka e dal cancro batterico che colpisce questa famiglia di piante. Tra le varie crittogame che attaccano la pianta di ciliegio, possiamo facilmente trovare la Monilia, che è in grado di andare a colpire sopratutto i rami, ma anche i fiori e gli stessi frutti.
Sono tanti anche i parassiti animali che hanno la particolare capacità di danneggiare questa pianta da frutto: stiamo facendo sicuramente riferimento agli afidi, all'afide nero, ma anche alle cocciniglie, ai rodilegno e a tanti altri insetti ed acari. Anche gli uccelli, in svariate occasioni, possono provocare dei danni più o meno gravi ai fiori ed ai frutti, sia nel momento in cui attraversino una fase di crescita, sia quando giungono a maturazione.

Crostata di ciliegie


Ingredienti per una tortiera da 24 cm


Pasta Frolla

300 gr farina
150 gr burro
100 gr zucchero
2 tuorli
un limone


Pasta maddalena

180 gr zucchero
150 gr farina
40 gr burro
3 tuorli e 1 uovo
una bustina di vanillina
sale

Per farcire e completare

400 gr ciliegie
3 savoiardi
limone
burro
zucchero semolato e a velo

Procedimento
Pasta frolla
Intridere la farina con il burro a pezzetti, poi impastare le briciole ottenute con i tuorli, lo zucchero, un pizzico di sale, la scorza grattugiata e il succo dell'intero limone. Modellate a palla l'impasto, avvolgetelo nella pellicola e fatelo riposare in frigo per 30 min.
Pasta maddalena
Montate a bagnomaria l'uovo e i tuorli con lo zucchero, la vanillina e un poco di sale; fuori dal fuoco incorporare la farina e il burro fuso.
Farcire e completare
Cuocete in padella 2 cucchiai di zucchero con una noce di burro, mescolando con mezzo limone infilzato su una forchetta (serve per aromatizzare). Quando il caramello sarà color nocciola, unite le ciliegie snocciolate e saltatele a fiamma vivace per 3 min finchè lo sciroppo non sarà addensato.
Fate raffreddare le ciliegie e mescolate con i savoiardi sbriciolati.
Stendete la pasta frolla a mm 4 di spessore e con essa foderare una tortiera di cm 24 di diametro e cm 5 di altezza ricoperta da carta forno (che aiuterà poi nello sformare la torta).
Distribuire sul fondo della tortiera le ciliegie, aggiungete la pasta maddalena, spolverizzatela di zucchero a velo e completate con striscioline di pasta frolla ricavate dai ritagli. Sagomate il bordo a piacere e rimboccatelo sul ripieno.
Cuocete la crostata in forno a 180° per 20 min poi a 170° per altri 20 min.
Infine sfornatela, sformatela dopo 10 min e lasciatela raffreddare su una gratella. Servitela guarnita a piacere con una ciliegia sciroppata o fresca.

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